140612 - Seminario 12 giugno 2014: La violenza della cultura e dell'educazione.
Oggi abbiamo avuto l'opportunità di vedere il bel film di Silvana Maja "Ossidiana" sulla vita della pittrice napoletana Maria Palliggiano, morta suicida nel 1969. Il film ci ha mostrato con forza e sensibilità come le pressioni sociali, la violenza dell'educazione, gli stereotipi di genere, hanno prodotto in una personalità estremamente sensibile un conflitto interiore via via sempre più distruttivo. Certe fragilità, infatti, se si fosse trattato di un uomo avrebbero magari dato luogo a comportamenti stravaganti socialmente tollerati, capricci d'artista per la precisione; trattandosi di una donna hanno finito col penalizzarla e stigmatizzarla, relegandola nella condizione di malata psichica fino a sottoporla a dure cure, come l'elettroshock, con il risultato di annientarla. Ai margini dell'Accademia e guardata con sospetto per la sua relazione con l'allora direttore, e di lei più famoso pittore, Emilio Notte, in difficoltà nel cercare di coniugare il suo ruolo di artista con quello di madre e moglie, sovente non venne compresa per le sue scelte scomode e anticonformiste. Da qui il tentativo di normalizzarla; un'operazione che Maria non poteva accettare e a cui si è sottratta, ponendo fine al suo soffrire.
Grazie, Silvana, per averci fatto questo dono e per aver parlato con noi della violenza della cultura, spesso dimentica dell'apporto e della creatività femminile; per aver introdotto la necessità di riflettere su noi stessi e sui nostri desideri; per aver discusso di psicoanalisi lacaniana: una psicoanalisi che deve andare fuori le mura degli studi clinici e diventare dispositivo critico al fine di leggere e trasformare i legami sociali. Grazie anche ad Aurora Spinosa con le sue vivaci provocazioni, un vero inno al pensiero divergente; e a Maria Cristina Antonini che lavora per dare visibilità alle donne artiste e come noi crede nel potere preventivo e terapeutico della formazione che è, per l'esattezza, arte. Grazie, infine, alle studentesse e agli studenti che hanno seguito il seminario e partecipato al dibattito, restituendoci il senso del nostro lavoro (F.M).
