150522 - La medicina narrativa e le buone pratiche nei luoghi della cura

Medicina narrativa

Nei giorni 22-23 maggio 2015 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Aula Magna di Biotecnologie (Via Tommaso De Amicis 95) e Aulette del Policlinico (Via Pansini) si terrà il Convegno dal titolo “La medicina narrativa e le buone pratiche nei luoghi della cura”.
 L’iniziativa è rivolta a studenti dei Corsi di Laurea dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, medici, psicologi, educatori, insegnanti, professionisti della salute e dell'aiuto, operatori socio-sanitari, pazienti, cittadini e tutti coloro che sono interessati al potere terapeutico della narrazione. Dopo il Convegno dello scorso anno, organizzato presso la Bicocca, dal titolo “Figure della cura: gesti, immagini, parole per narrare”, che ha avuto come keynote speaker Rita Charon, questo secondo appuntamento del Gruppo di Ricerca Inter-ateneo IRAKLIA (che vede coinvolte le università di Milano Bicocca, Milano Cattolica, Parma, Bologna, Torino, Svizzera Italiana, Salento, Firenze, Bologna, Roma e Napoli) sulle pratiche narrative e di cura nei contesti medico-sanitari, ha l’obiettivo di mettere a confronto gli studi, gli interessi di ricerca, gli interventi di formazione, ecc. e, soprattutto, le riflessioni di un gruppo di docenti, ricercatori, professionisti e formatori che da anni operano nell’ambito educativo, della cura e medico-sanitario, con uno sguardo attento alle dimensioni narrative, autoriflessive e autobiografiche, secondo un orientamento umanistico alla cura, qui restituita nella complessità e profondità esistenziale che la riguarda, dentro anche la più ampia cornice delle Medical Humanities. Molti sono i punti di attenzione e gli interrogativi che il Convegno intende sollevare e tramite i quali interpellare criticamente il pensare e l’agire della cura, nei vari contesti considerati; in particolare, quello medico-sanitario, avendo sempre la preoccupazione di rimettere al centro e di ritematizzare la nozione di narrazione e di narratività, utilizzando al contempo diversi dispositivi: il cinema, il teatro, la letteratura e i new media. Questi facilitano la formazione degli operatori in termini relazionali ma anche l’espressione da parte di chi si è ammalato di ciò che a prima vista sembra indicibile, perturbante e che proprio attraverso la potenza del racconto innesca processi di grande trasformazione, nel paziente come pure in chi ascolta queste storie. Un esempio per tutti, il documentario diretto da Silvana Maja “Vita da non morire mai” che sarà proiettato nel pomeriggio di venerdì alla presenza della regista che discuterà con la platea.
L’ultima giornata dei lavori sarà dedicata all’esperienza formativa degli atelier mediante tre sessioni simultanee sui temi delle storie che curano, del cinema e del teatro, rivolti a studenti e allievi in formazione.

La registrazione dei partecipanti avverrà durante il convegno. Si rilascerà un attestato di partecipazione. [La brochure]

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